I trasporti. Fonte di gas climalteranti, stanno trasformando il Pianeta in una camera a gas. Il mondo sta provando ad abbatterli attraverso politiche e piccole azioni, ma la situazione continua a peggiorare, tant’è che sarebbe necessario uno sforzo ben più grande, invertendo l’attuale corso della politica degli ultimi 50 anni.

Se andiamo indietro nel tempo, dal dopoguerra ad oggi si è registrata una crescita quasi incessante della mobilità privata. Ovunque si sono costruite strade ad alta percorrenza “autostrade” per consentire spostamenti rapidi e di massa tra le città, le strisce di asfalto cittadino sono state allargate, riducendo lo spazio per i pedoni ed i veicoli lenti e la mobilità è diventata l’elemento essenziale per il futuro delle nostre comunità. Nessuno studioso, politico o dirigente d’impresa solleva l’obiezione che strade più grandi non risolvono i problemi di congestione e asfissia, ma portano un aumento proporzionale del traffico. In quest’ottica di sviluppo, sono stati costruiti luoghi (città e centri di servizio) in cui nonostante l’elevato costo di acquisto e manutenzione dell’auto, guidare è l’unico modo per raggiungerli. Abbiamo perciò spianato la strada al sistema di trasporto più energivoro ed inquinante possibile.

In questa prospettiva molte città stanno cercando di correre ai ripari ponendo limitazioni all’utilizzo delle auto private e incrementando metodi di spostamento alternativi. Negare l’uso illimitato delle vetture private può sembrare un’antitesi della libertà, ma lasciare che le persone con le loro auto circolino liberamente in città creando ingorghi, ritarda nella circolazione dei mezzi pubblici, inquinando l’aria, generando rumore, sprecando risorse pubbliche e occupando un’enorme quantità di spazio non è forse un modo diverso per negare la libertà alla vita?

La nostra associazione vive e combatte nella città di Milano che negli ultimi anni ha promosso molte iniziative per limitare il traffico veicolare e migliorare la vivibilità della metropoli; zone a traffico limitato, parcheggi a pagamento, zone con limite di velocità a 30Km/h, nuove piste ciclabili, bike e car sharing. Queste iniziative mirano a favorire una mobilità più fluida e meno inquinante.

Questo significa che stiamo facendo le scelte giuste? Non del tutto, le auto a Milano sono ancora tantissime e pur viaggiando a velocità bassissime molti le preferiscono ancora ai mezzi pubblici.

In altre parti del mondo le Amministrazioni sembrano avere preso decisioni più drastiche per limitare il traffico privato, vediamo alcuni esempi:

Parigi

A Parigi, i viaggi in auto sono diminuiti di quasi la metà dal 1990 e il sindaco Anne Hildago sta smantellando il monopolio automobilistico pedonalizzando la città, vietando la circolazione delle auto la prima domenica di ogni mese e annunciando piani per liberare l’intera città dalle macchine a combustibili fossili entro il 2030. Se i piani di mobilità del sindaco Parigino si realizzeranno completamente, gli abitanti della Senna utilizzeranno biciclette o mezzi pubblici naturalmente gratuitamente.

Copenhagen

Oltre il 60 percento dei viaggiatori di Copenaghen usa la bicicletta. A Copenaghen, ci sono piste ciclabili che collegano la periferia alla città. Il sindaco Frank Jensen vuole vietare alle auto diesel l’ingresso in città entro la fine del 2019. La Danimarca si sta muovendo per eliminare definitivamente la vendita di automobili a combustibili fossili.

Madrid (e altre città)

Madrid ha ridotto il traffico di oltre il 30% in alcune parti della città, fissando nuovi e severi standard sulle emissioni dei veicoli. Siviglia si è trasformata in una città ciclistica in soli quattro anni e la città di Pontreveda ha praticamente vietato le macchine interamente dopo aver dichiarato quanto segue:

“”Come può essere che gli anziani o i bambini non siano in grado di usare la strada a causa delle macchine?””, Chiede César Mosquera, capo delle infrastrutture della città. “”Come può essere che la proprietà privata – l’auto – occupi lo spazio pubblico?””

Londra

Londra, ha un numero enorme di auto private ma può vantare una ricca rete di piste ciclabili, pedaggi per accedere in auto alla città e presto anche una zona a bassissima emissione.

Tokyo

A Tokyo, megalopoli congestionata, non puoi nemmeno comprare un’auto se non puoi dimostrare di avere lo spazio per parcheggiarla in luogo privato infatti la sosta notturna su strada è vietata.

La politica dei trasporti dovrebbe essere esplicitamente legata agli obiettivi climatici. Un primo passo in grado di smuovere questo torpore, sarebbe predisporre un requisito che misura le emissioni di gas serra dal sistema di trasporto. Mettere in luce le proprie criticità è lo strumento migliore per provare a migliorarsi. Se infatti le Amministrazioni vogliono soldi pubblici, la maggior parte dei progetti di espansione dei trasporti deve dimostrare il proprio valore attraverso un programma che giudica nei progetti di mobilità la riduzione della congestione, i benefici ambientali, lo sviluppo economico, rapporto costo-efficacia e uso del territorio.

Adesso continuerai a vedere le auto nello stesso modo?